🪑 Non ci eravamo mai seduti lì
Lo scontro tra i giganti dell’informazione e la mancanza di fiducia dei lettori...
Buongiorno e buon ritorno su questi schermi.
Io sono Marco e questa è Deep in Marketing, la newsletter targata Figaro Digital dove leggi cosa hanno fatto bene (e male) gli altri per diventare un marketer migliore.
Oggi non si può che partire da una doverosa premessa:
La politica è da sempre uno dei terreni più fertili per studiare la comunicazione, spesso però non si riesce ad analizzarla in maniera “neutra”.
Per quanto possibile, ti consiglio di provare a mettere da parte le preferenze politiche e goderti le prossime righe senza condizionamenti.
La caduta dei giganti
Una delle tecniche comunicative più evidenti della nuova era Trump è quella di “sparare” notizie sensazionali a raffica, senza preoccuparsi troppo delle conseguenze mediatiche.
Non possiamo sapere con certezza se sia una strategia spontanea o ben studiata, sta di fatto che questa gli porta un risultato tangibile:
I media non riescono neanche a stargli dietro. E con essi anche le critiche della popolazione. Non c’è neanche il tempo di lanciare una notizia, che ne arriva subito un’altra ancora più sorprendente, confondendo un po’ tutti.
In questa atmosfera un po’ stucchevole degli ultimi mesi, ce n’è una interessante che è passata in secondo piano a livello internazionale.
Un mesetto fa, la portavoce della Casa Bianca ha annunciato una novità storica per i media mondiali 👇🏻
Per la prima volta nella storia, le conferenze stampa saranno aperte anche ai cosiddetti “NEW MEDIA”.
Oltre alle grandi tv e alla carta stampata, ci sono delle nuove sedie nel circolino della press room, uno dei luoghi più prestigiosi della politica mondiale.
“Podcasters, Youtuber, influencer vari, siete tutti invitati ad accreditarvi facendo l’application sul sito”.
Rifllettiamoci su
A parte la convenienza che ne abbia potuto avere Trump, proviamo ad analizzare in maniera serena le implicazioni positive e negative di una mossa del genere.
Primo aspetto da tenere in considerazione, dovrebbero essere ammessi solo dei professionisti?
È come fare il discorso sul televoto e la sala stampa a Sanremo. Non si può dare una risposta, ma solo un’opinione.
Il fatto di avere dei professionisti dovrebbe essere una garanzia di qualità per chi legge e ascolta, ma ci sono comunque tanti giornalisti e testate indipendenti che fanno un egregio lavoro pur essendo “new media”.
Ci sarebbe il problema su quali criteri scegliere le migliori.
Questa potrebbe essere una mossa per aumentare i consensi, ammettendo solo gli influencer che simpatizzano per una certa parte politica.
Vero, ma potrebbe già essere così di fatto.
Di tutti i grandi giornali si conosce l’orientamento politico e in gran parte anche i finanziamenti ricevuti.
I giornalisti dovrebbero essere tenuti ad avere un certo grado di neutralità nel raccontare i fatti, ma sappiamo perfettamente che nella percezione delle persone non è proprio così.
E la percezione è in fondo la realtà.
La fiducia nei media è ai minimi storici.
Su questo aspetto penso non ci sia bisogno di farti vedere numeri, basta guardarsi intorno.
Senza parlare delle nuove generazioni, anche i boomer ormai non ritengono affidabili le fonti che leggevano e ascoltavano anni fa.
Per di più c’è da tenere in considerazione il fatto che tutti siamo colpiti dal bias di conferma. Tendiamo a informarci sui media che confermano quello che già pensiamo, quindi conta ormai poco da dove questi vengano.
Aumenterebbero le fake news.
Non credo, anzi è possibile che questo passaggio possa aiutare a responsabilizzare maggiormente chi in passato è stato “meno attento” a quello che pubblicava, affidandogli un ruolo simil-istituzionale.
Ci sarà la tendenza a Tik-tokkizzare tutte le notizie?
Dobbiamo essere onesti, questi rischio c’è, ma è già davanti ai nostri occhi.
Il fatto di avere contenuti sempre più corti, la soglia dell’attenzione sempre più bassa e un overload di informazioni condiziona già molto il modo in cui ci informiamo.
Che i media tradizionali si debbano adeguare allo standard lo trovo troppo forzato, mi piace sapere che ognuno possa scegliere il formato in cui consumare una notizia (ben venga il long-form).
So che si è persa un po’ di fiducia nel prossimo e continuiamo a pensare che i social rendano le persone più stupide, però posso assicurare che anche le nuove generazioni hanno un cervello pensante e sanno perfettamente come informarsi se vogliono.
E se lo vedessimo anche in Italia?
Viste le tendenze attuali, se una cosa del genere dovesse succedere anche in Italia, non sarebbe strano trovarsi alle conferenze del governo Giuseppe Cruciani.
Però dall’altra parte c’è chi non sarebbe scontento di trovarsi lì un Will Media, un Torcha, un Matteo Flora.
Se non si fosse capito, io non ho una risposta esatta, e credo neanche tu.
Il futuro dell’informazione e della comunicazione viaggia velocemente, rifletterci può farti arrivare più preparato a quel momento.
Un abbraccio,
, Head of Content 👋🏻