🎨 È vero che i marketer si possono considerare artisti?
Sì, ma è vero soprattutto il contrario!
Buongiorno e buon ritorno su questi schermi.
Io sono Marco e questa è Deep in Marketing, la newsletter targata Figaro Digital dove leggi cosa hanno fatto bene (e male) gli altri per diventare un marketer migliore.
Non so qual è il limite per poter definire una pubblicità (marketing per eccellenza) una forma d’arte, però so che ci sono stati fior di artisti che hanno prestato la loro vena creativa al nostro mondo, quindi il confine non è poi così distante…
Buona lettura 👇🏻
Lo riconosci senza bisogno di dire nulla vero?
Quindi la prima lezione di oggi sul personal branding ce la fa nientemeno che Salvador Dalì.
Ben prima che il termine divenisse popolare, l’eccentrico artista spagnolo è stato un maestro nel costruire la propria immagine. I suoi baffi iconici e il comportamento quasi teatrale sono stati elementi chiave di un "marchio" personale che lo ha reso un'icona globale, tant’è che sono nate anche diverse mostre dedicate proprio al "Dalí branding".
Ma mica si è fermato qui.
Nessuno lo sa, ma nel 1969, durante un incontro con il fondatore dell’azienda, Dalì ha droppato pure il logo di Chupa Chups.
Così, in un’oretta del suo tempo, abbozzandola addirittura su un foglio di giornale, vende quella margherita che distinguerà per sempre l’azienda di lecca lecca.
Tra l’altro logo che ha resistito praticamente immutato fino ai giorni nostri (caso più unico che raro).
Sfruttando le sue doti innate nel disegno, non poteva che attirare l’attenzione anche con copertine e illustrazioni.
Celebri rimangono quelle con la rivista Vogue e le illustrazioni per una famosa edizione di "Alice nel Paese delle Meraviglie". Tutto sempre con il suo stile inconfondibile.
Per non farsi mancare nulla ha prestato anche il suo volto come testimonial per alcuni brand come Alka-Seltzer, Cioccolato Lanvin, Brandy Veterano (Osborne) e Nissan (per cui realizzò un disegno surreale per la Datsun 610), partecipando anche attivamente alla scrittura degli spot, ovviamente bizzarri e indimenticabili.
Per finire potremmo citare anche la partnership nella moda con la stilista Elsa Schiaparelli che ha dato vita a creazioni surreali come l'"abito aragosta" e il "cappello scarpa" e le collaborazioni cinematografiche con Luis Buñuel e Alfred Hitchcock.
In sintesi, Dalí è l’emblema della poliedricità di un artista che comprende il potere della comunicazione visiva e la forza del personal branding, ma poteva essere l’unico?
Artisti che Hanno Infranto i Confini tra Arte e “Commercials”
Andy Warhol
Le sue opere sono piene di riferimenti al marketing e alla comunicazione.
Le serigrafie di prodotti commerciali, la sua carriera come illustratore pubblicitario e la sua "Factory" ne fanno un pioniere della comunicazione e commercializzazione dell'arte.
René Magritte
Sebbene meno incline a collaborazioni commerciali dirette, il suo stile surrealista ha fornito un sacco di ispirazioni visive poi utilizzate per la pubblicità e le campagne in tutto il mondo.
Keith Haring
Il "Pop Shop", la vendita di merchandising con le sue opere, le collaborazioni con marchi di moda e l'uso dell'arte come attivismo sociale ne fanno un esempio di marketer moderno che sa anticipare i tempi.
Anche in Italia possiamo vantare figure artistiche che hanno intrecciato la loro produzione con il mondo del marketing e della comunicazione, spesso anticipando tendenze internazionali.
I primi sono sicuramente i Futuristi.
Il movimento fondato da Filippo Tommaso Marinetti ha sfornato artisti come Fortunato Depero, che hanno applicato principi futuristi al design pubblicitario.
Celebre la sua lunga collaborazione con Campari, per cui crea manifesti iconici e la storica sede di Galleria Campari.
Poi c’è Marcello Nizzoli, designer industriale di fama che fu anche un eccellente grafico pubblicitario e pittore, realizzando manifesti per marchi come Fiat e Cotonificio Bernocchi, incarnando il connubio tra arte, design e comunicazione d'impresa.
Armando Testa, considerato uno dei più grandi pubblicitari italiani, ci ha lasciato le sue campagne minimaliste e surreali per marchi come Lavazza, Pirelli e Martini & Rossi sono state vere e proprie opere d'arte popolare.
Non possiamo infine dimenticare Oliviero Toscani, fotografo noto per le sue campagne provocatorie per Benetton, che ha saputo trasformare la pubblicità in dibattito sociale, dimostrando il potere comunicativo delle immagini oltre il product marketing.
Mi fermo qui senza neanche citare gli artisti della letteratura, ma ti invito (se ti va) ad approfondire la figura di Gabriele D’annunzio, che potrebbe insegnare marketing tranquillamente nelle Università di oggi, oppure Cesare Pavese (nel suo ruolo editoriale), Italo Calvino (le cui riflessioni sulla scrittura ispirano copywriter), Umberto Eco (con le sue analisi dei meccanismi comunicativi).
Ma perché gli artisti risultano così efficaci quando prestano la propria creatività al marketing?
Probabilmente ci sono alcune caratteristiche chiave, oltre alla creatività necessaria nel loro campo, che portano gli artisti a eccellere nella comunicazione visiva (e spesso anche parlata):
1. Sanno comprendere le emozioni umane
Gli artisti, per definizione, cercano di evocare emozioni, stimolare la riflessione e creare connessioni a livello profondo. Questa capacità di comprendere e manipolare (in senso positivo) le emozioni è cruciale nel marketing.
Perché un'opera d'arte risuoni, l'artista deve avere una certa comprensione del contesto culturale e del pubblico a cui si rivolge. Allo stesso modo, il marketing di successo richiede un'intensa comprensione del proprio target e delle tendenze culturali.
2. Sanno “raccontare” senza dire una parola
Che si tratti di un dipinto, una scultura, una poesia o una performance, ogni opera d'arte racconta una storia. Gli artisti sono maestri nello storytelling, una delle competenze più preziose nel marketing moderno. Sanno come costruire un arco narrativo, creare personaggi (anche astratti), e coinvolgere il pubblico in un racconto che va oltre il semplice prodotto.
3. Pensano fuori dagli schemi
Il mondo dell'arte premia l'originalità e l'innovazione. Gli artisti sono costantemente spinti a creare qualcosa di nuovo, a sfidare le convenzioni e a vedere il mondo da prospettive inedite. Questa mentalità è esattamente ciò che il marketing cerca per distinguersi in un mercato strapieno di stimoli.
4. Conoscono l’importanza dei dettagli
Gli artisti hanno un occhio allenato per l'estetica, la composizione, il colore e la forma. Sanno perfettamente come non lasciare nulla al caso, pur mantenendo l’autenticità necessaria agli occhi delle persone per creare empatia e legami.
Lo scopo di questa mail non era quello di invogliarti a diventare un artista per essere un buon marketer, ma nella capacità di contaminarti.
Le migliori idee creative vengono studiando e pensando a tutt’altro, i migliori (in qualunque lavoro) sono quelli che “conoscono” di più, perché sono in grado di fare proprie dei concetti che sembrerebbero distanti, proprio come gli artisti che ti ho citato.
Adesso ti lascio, se questa mail ti ha ispirato almeno un po’ e ti ha fatto piacere leggerla, condivila con qualche collega o amico 👇🏻
Un abbraccio,
, Head of Content 👋🏻